ANIMALI

Lo squalo, “cattivo” innocente, è in pericolo

Secondo gli scienziati il signore dei mani rischia l’estinzione: colpa di pesca e cambiamento climatico

“Gli squali non sono i ‘cattivi’, sono le vittime”. Una frase pronunciata anni fa da Peter Benchley, il romanziere del best seller “Jaws“, da cui poi Steven Spielberg trasse il suo blockbuster “Lo Squalo”; e che rimase tanto scioccato dall’eco sbagliata che libro e film ebbero sull’opinione pubblica da cambiare vita e titolo: da romanziere a ‘avvocato degli oceani’, da diffamatore degli squali a loro difensore. Ebbene, le sue parole non sono mai state così attuali. Secondo il congresso internazionale in corso al Valencia Oceanographic infatti, e più precisamente secondo la ricercatrice Sarah Fowler :«Più del 37% delle specie sono minacciate e ce ne sono alcune che non si vedono da molti anni e potrebbero essersi estinte».

L’allarme, però, è inficiato dalla stessa immagine degli squali, dalla loro nomea di pesci terribili e aggressivi: il triste lascito di diffamazione e terrore del film. «Non sono visti dal pubblico come i delfini. Godono di una pessima stampa e di un altrettanto negativa reputazione. È difficile superare la barriera delle loro imprese anche se i morti a causa degli squali sono pochissimi», spiega Pablo Garcéa-Salinas, ricercatore presso la Fondazione Oceanografic. Una fama immeritata, considerando che anche tra gli squali si osservano comportamenti empatici (addirittura secondo alcuni studi pare che gli squali tigre amino prendere carezze dai sub!). Sempre Salinas sottolinea: «Dobbiamo comunicare ciò che stiamo facendo ed esercitare pressioni politiche in modo che tutto questo finisca per raggiungere le persone che intraprendono azioni legali».

La minaccia che incombe su questa specie di animali è l’eccesso di pesca. «La carne è commercializzata come mussola, palombo, squalo mako o squalo blu. Viene anche usato per preparare farina di pesce, cibo per animali domestici. Gli integratori di collagene per gli atleti sono realizzati con la loro cartilagine; l’olio di fegato è utilizzato dall’industria farmaceutica; la pelle diventa una pelle di alta qualità e anche i denti diventano gioielli», spiega Carcìa-Salinas. L’altro nemico di queste creature marine è il clima, che cambia la temperatura degli oceani incidendo sulle specie ovipare e sulla loro riproduzione.

di: Caterina MAGGI

FOTO: EPA/YURI KOCHETKOV

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