Già da anni la mancanza di precipitazioni e nevicate ha messo a dura prova l’agricoltura, l’allevamento e una delle fonti di turismo del Paese africano
Il ghiacciaio sul Monte Kenya, in Africa, scomparirà nei prossimi 8 anni, entro il 2030. Le altre due vette ghiacciate del Continente lo seguiranno nell’arco dei prossimi decenni. È questo l’ennesima sirena rossa attivata dai ricercatori che studiano i prossimi effetti del cambiamento climatico.
Il Monte Kenya, alta 17 mila piedi (5.181 metri), è la seconda cima più alta del Continente africano e si trova a cavallo dell’equatore a circa 85 miglia a nord di Nairobi. Come scrive il Washington Post, “è stato fonte di turismo, di studi scientifici, di meraviglie e di tradizioni. I suoi pendii verdeggianti sono diventati anche un rifugio per i kenioti colpiti da anni di siccità legata al cambiamento climatico”. «La montagna sarebbe tra le prime al mondo a perdere completamente i suoi ghiacciai a causa del cambiamento climatico indotto dall’uomo», si legge.
Come spiega Douglas Hardy, scienziato dei ghiacciai presso l’Università del Massachusetts ad Amherst, “i ghiacciai muoiono di fame senza nevicate e soffrono per lo stesso motivo per cui soffrono le persone: la mancanza di precipitazioni”.
A causare la perdita del ghiacciaio sarebbe infatti, tra gli altri fattori, la scarsità di pioggia “molto più sporadica rispetto a prima“. Una problematica che incide anche sull’agricoltura e l’allevamento di bestiame. «Gli agricoltori hanno provato a pompare l’acqua dai torrenti e dai fiumi del Monte Kenya, ma questi sono già esauriti a causa dell’uso eccessivo e della riduzione delle precipitazioni – scrive il Post. – Alcune specie vegetali sono migrate su per la montagna mentre interi ecosistemi, come la foresta di bambù, rischiano di essere spazzati via».
Anche l’escursionismo ne risente. Molte delle vie di arrampicata su ghiaccio, tra cui il leggendario Diamond Couloir, aperto per la prima volta dal fondatore della Patagonia nel 1975, “sono ora diventaste praticamente impossibili da praticare “a causa della poca quantità di ghiaccio rimasto”.
di: Alessia MALCAUS
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