BIODIVERSITÀ

Innalzamento dei mari, a rischio 900 milioni di persone

Il livello dei mari è cresciuto di 4,5 millimetri l’anno dal 2013 al 2022, un tasso tre volte superiore rispetto ai 70 anni precedenti

Il problema dell’innalzamento dei mari torna a riproporsi più urgente che mai. Ce lo ricorda l’Organizzazione metereologica mondiale – Omm che ha recentemente pubblicato un rapporto con una mappatura dei centri urbani maggiormente a rischio. Le criticità emergono soprattutto in Asia, dove si trovano le città costiere a rischio più popolose.

Allerta al massimo dunque per Mumbai, Shanghai, Dhaka, Bangkok e Jakarta. Oltre all’Asia, rischiano anche il Continente africano con Maputo, Lagos, Il Cairo, e quello americano, da New York a Los Angeles, da Buenos Aires a Santiago. In Europa occhi aperti su Londra e Copenaghen.

In totale, l’Omm stima che sono a rischio almeno 900 milioni di persone che risiedono in aree costiere messe a repentaglio dall’innalzamento dei mari. Fa eco all’Organizzazione anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che, rivolgendosi al Consiglio di sicurezza, pochi giorni fa ricordava che “se le temperature aumentano di due gradi centigradi, l’innalzamento del livello dei mari potrebbe raddoppiare“.

Un rischio che è già divenuto realtà in piccoli Stati dell’Oceano Pacifico come le isole Fiji, le Vanuatu e le Isole Salomone, in parte sommerse. La piccola entità di queste zone non consente nemmeno di intervenire con azioni strutturali che, comunque, richiederebbero un impegno globale al cambiamento climatico.

Tra il 1971 e il 2018 la dilatazione termica ha contribuito ad un innalzamento del 50% delle acque, con contestuale perdita del 22% di ghiaccio nei ghiacciai e del 20% della calotta glaciale. Così, nel solo arco che va dal 2013 al 2022, il livello dei mari è aumentato di 4,5 millimetri l’anno, ad un tasso tre volte maggiore rispetto a quanto attestato dal 1901 al 1971.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/GREENPEACE

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